“…assai gradita questa nuova edizione completa de L’Arte del Violino di Pietro Antonio Locatelli proposta dalla Tactus, avente come protagonisti il violinista Diego Conti e il complesso Gli Archi di Firenze, diretto dallo stesso solista.
Si distingue per la globale vitalità, il nitore e la brillantezza timbrica, unita ad un’impostazione sempre assai energica ed assertiva…
Sul versante solistico si è apprezzato l’incisivo virtuosismo (particolarmente evidente, in particolare, nei Capricci, tradotti sempre con slancio, chiarezza di eloquio e globale luminosità, ma tale anche in diversi singoli movimenti). Non meno efficace la resa espressiva, soprattutto nei movimenti centrali dei Concerti, sempre tradotti con la dovuta sensibilità e pregnanza timbrica, mettendo in pieno risalto la non comune valenza della ricerca espressiva maturata dall’autore (anche questo uno degli aspetti, ma non l’ultimo, del suo peculiare virtuosismo): valga tra tutti la diffusa, delicata suavitas con cui è stato tradotto il Largo del Concerto n. 9 e la resa non poco suggestiva dello splendido Largo del Concerto n. 8 in Mi Minore, d’impronta patetica, delineati con un vibrato generoso e con un suono caldo e avvolgente. In definiva: ottima la prova del solista…”
“… very welcome this new complete edition of The Art of the Violin by Pietro Antonio Locatelli proposed by Tactus, featuring the violinist Diego Conti and the Gli Archi di Firenze ensemble, directed by the same soloist.
It stands out for its overall vitality, clarity and timbre brilliance, combined with an always very energetic and assertive approach …
On the soloist side, the incisive virtuosity was appreciated (particularly evident, in particular, in the Capricci, always translated with enthusiasm, clarity of speech and global luminosity, but also in various individual movements). No less effective is the expressive rendering, especially in the central movements of the Concerts, always translated with the due sensitivity and timbre significance, highlighting the uncommon value of the expressive research matured by the author (this is also one of the aspects, but not the last, of his peculiar virtuosity): the widespread, delicate suavitas with which the Largo del Concerto n. 9 and the not unimpressive rendering of the splendid Largo del Concerto n. 8 in E Minor, with a pathetic imprint, outlined with a generous vibrato and a warm and enveloping sound. In definiva: excellent performance by the soloist … “